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WR 360 C 14 Wehrmacht Diesellokomotive (1936-1944)

 

Diorama in scala 1/35 di Sante Candia, Gruppo Romano Modellisti “Il Ponentino” (Roma)

 

Testo e foto di Sante Candia

 

Cenni storici

La locomotiva diesel WR 360 C 14 fu costruita in Germania a partire dal 1936 per essere utilizzata da parte della Wehrmacht. Nel periodo dal 1936 al 1944 ne vennero costruite più di 250. Avevano la cassa di tipo standardizzato con differenti tipi di motorizzazione. Le locomotive erano state progettate come multiruolo, da manovra e da treno per cui la velocità era di 30 km/h o di 60 km/h in base alla versione . I colori originali erano in verde militare.

Queste locomotive erano caratterizzate da accorgimenti costruttivi ed allestimenti molto spartani e robusti, ed erano dotate di una cabina di guida all'estremità posteriore e di un grande cofano motore; queste macchine presentavano un carro a passo rigido montato su 3 assi con ruote accoppiate mediante biella che, a sua volta, prendeva il moto da un asse cieco (un asse motore dotato di manovella e contrappeso, privo di ruote e posto fra il secondo e il terzo asse). Il motore, Deutz o Krupp a 16 cilindri in linea, erogava una potenza sufficiente all'effettuazione di tradotte e manovre. La trasmissione era di tipo idraulico Voith.

L’identificazione WR 360 C 14 derivava dalle seguenti convenzioni dell’epoca: “W” identificava le locomotive utilizzate dalla Wehrmacht; “R” (Regelspur) si riferiva allo scartamento normale da 1435 mm (in contrapposizione allo scartamento ridotto); il numero “360” specificava la potenza del motore in german horse power (PS, con 1 PS = 0.736 kW); “C” serviva a specificare il numero di assi (3); il numero “14” rappresentava il carico per asse in tonnellate metriche.

 

 

 

 

Terreno, massicciata e binari

La costruzione dei binari parte dalle traversine. Quelle fornite dai kit in plastica (Trumpeter, Ironside, Dragon) sono troppo regolari e non assicurano un effetto realistico. Si utilizza, quindi, un foglio di balsa da 6 mm di spessore per ottenere pezzi da 76 mm ´ 8 mm (facendo attenzione al verso delle venature). Successivamente, utilizzando un taglierino, si devono smussare in modo irregolare gli spigoli e si deve ‘rovinare’ la parte superiore.

Una volta completate le traversine e presi i giusti riferimenti per il successivo posizionamento degli altri elementi della scena, si procede al loro incollaggio sulla base.

Una volta completato il fissaggio degli elementi principali della scena (edificio, banchina con la gru) è possibile realizzare il terreno e la massicciata. Il terreno è presente esclusivamente a ridosso dell’edificio e dell’annessa banchina. La massicciata occupa la restante parte della base. Per assicurare un effetto convincente, soprattutto per la sistemazione dei sassi della massicciata, si procede come segue:

  • I lati aperti della base devono essere chiusi con nastro carta. In prima battuta, servirà a contenere i sassi ed il terreno; successivamente, servirà a trattenere la colla vinilica diluita con acqua.
  • Il brecciolino, il terreno ed i sassi della massicciata vengono posizionati a secco. Ciò permette di ottenere un effetto realistico soprattutto per la posa dei sassi.
  • Dopo aver sistemato completamente il terreno ed i sassi, questi sono stati imbevuti con colla vinilica diluita facendo uso di un contagoccie (cioè, senza intervenire più sulla posizione del terreno e dei sassi).

Durante l’asciugatura totale della colla vinilica, si cominciano a montare le rotaie ed i relativi attacchi alle traversine. Verranno tenute separate dalle traversine in legno per permettere di gestire facilmente le rispettive fasi di pitturazione ed invecchiamento. Gli attacchi delle rotaie alle traversine sono stati autocostruiti in plasticard di vari spessori. Anche i bulloni sono stati realizzati con plasticard da 0.5 mm e ricorrendo ad un Punch & Die. Le rotaie in plastica sono della Ironside.

 

 

 

 

 

Edificio

La parete dell’edificio è stata realizzata partendo da un kit della Royal Model. Uno dei due moduli laterali è stato riprodotto in gesso e colla vinilica per allungare la parete. Successivamente, sono state realizzate una serie di ulteriori modifiche: apertura di un finestrone, innalzamento della parete e realizzazione di finestre orizzontali, tetto e pensilina a copertura della banchina. Per la costruzione del finestrone si è fatto ricorso ad un disegno sul quale è stato provvisoriamente fissato il foglio trasparente da 0.4 mm. La struttura è stata costruita utilizzando profilati in plastica di varie misure. Dopo la completa asciugatura della colla liquida, è stato rimosso il bordo in eccesso.

La pensilina è stata realizzata con listelli di legno di varie misure opportunamente sagomati e ‘danneggiati’ per renderli più realistici. La pensilina è stata completata con una copertura realizzata con elementi in plasticard da 0.5 mm. Per rendere l’idea di un edificio ‘vissuto’, si è evitato di montare una piccola porzione di tale copertura, lasciando così scoperte alcune travi in legno che, a loro volta, sono state usurate.

La pitturazione dell’edificio è cominciata con un fondo di Tamiya NATO Black (diluito al 50%) applicato ad aerografo in maniera irregolare.

La colorazione dei mattoni è stata realizzata a pennello con colori acrilici Tamiya diluiti al 50% per avere la possibilità di stendere strati di colore trasparenti e variare le tonalità dei singoli mattoni. Ad asciugatura avvenuta, sono stati applicati un lavaggio ad olio (raw umber della Windsor & Newton) ed una mano di trasparente opaco. Per mettere in risalto i profili dei mattoni, è stato applicato una leggero dry-brush con smalti Humbrol. Infine, i pigmenti Ferrario e Mig Productions sono stati applicati localmente per variare ulteriormente la cromia di alcune zone della parete e per differenziare sostanzialmente le zone orizzontali (davanzali, gradini, banchina).

Le zone basse dell’edificio sono state trattate con lavaggi e filtri con colori ad olio della Windsor & Newton (Terra di Siene, Nero) e Van Dick (Verde Vescica). Tali lavaggi sono stati applicati senza attendere la completa asciugatura dei precedenti, per ottenere toni di colore intermedi e sfumati.

Dopo la colorazione della parete, è cominciata la sistemazione e pitturazione degli elementi accessori: pensilina, finestre, impianto di illuminazione, ed una serie di altri piccoli particolari.

Dopo la mano acrilica iniziale, la copertura è stata trattata con due lavaggi ad olio (Nero e Terra di Siena della Windsor & Newton). Ad asciugatura avvenuta, è stato applicato in dry-brush estensivo con smalti Humbrol. Le varie tonalità delle tegole sono poi state ottenute applicando filtri localizzati ad olio della Windsor & Newton (Terra di Siena) e della Van Dick (Blu Cobalto, Verde Vescica).

Le aperture presenti alla base della piccola banchina a ridosso dell’edificio sono state chiuse con reti arruginite e fissate con assi di legno. I chiodi sono stati realizzati con filo di rame.

L’impianto di illuminazione consiste di un quadro di interruttori protetto da una copertura metallica, da una serie di cavi elettrici, e dalle tre lampade sistemate al centro di ciascun elemento della parete dell’edificio.

Oltre al finestrone aperto sulla sinistra dell’edificio, sono state realizzate tre aperture orizzontali posizionate appena sotto la pensilina. Tali aperture sono state chiuse con assi di legno.

Le bottiglie sono in resina e di varia provenienza e sono state dipinte con colori acrilici Tamiya, trattate con lavaggi ad olio molto scuri e dry-brush con smalti Humbrol.

I bidoni, posizionati sulla banchina a ridosso dell’edificio, sono della Tamiya e sono stati dipinti utilizzando vari colori per rompere la monotonia dei mattoni del muro ed invecchiati per dare l’idea dello stato di abbandono.

Infine, sotto una delle travi della pensilina, è stato realizzato un nido.

 

 

Bicicletta

Le biciclette costituiscono un utile mezzo di locomozione all’interno degli scali ferroviari. La bicicletta presente sulla banchina è stata costruita partendo dal kit in plastica della Tamiya ed è stata dettagliata utilizzando il relativo kit di dettaglio in fotoincisione della Aber. E’ stato appositamente scelto un colore vivace (giallo) del telaio, per aggiungere una ulteriore variazione cromatica alla scena. L’utilizzo delle fotoincisioni Aber richiede lo ‘smontaggio’ completo della bicicletta in plastica.

 

Figurino

L'unico figurino presente è quello del macchinista e deriva da un kit in resina della CMK. Il figurino è stato montato da scatola e dipinto con colori acrilici della Andrea.

 

Banchina e gru

La banchina di carico e scarico, utilizzata per posizionare la gru, deve essere autocostruita. Si comincia con la realizzazione di una vasca in compensato da 1 mm. Il fondo della vasca è stato sagomato tenendo conto della esatta posizione della banchina sulla base in legno; in particolare, uno degli angoli è stato arrotondato per assecondare la base in legno del diorama. I pezzi laterali della vasca sono stati bloccati in modo da garantire che fossero perpendicolari al fondo.

Si è anche deciso di rendere la base circolare della gru solidale alla banchina. Ciò ha implicato la preparazione della base circolare con 5 viti di supporto che hanno permesso l’esatto posizionamento durante la colata di marmorina.

Lo spigolo tondeggiante della banchina è stato sagomato ricorrendo a listelli in legno larghi 3 mm. E’ anche da notare l’utilizzo di listelli in legno a sezione quadrata incollati esternamente alla vasca per rinforzare le pareti laterali ed evitare che subiscano distorsioni durante la colata.

Durante la fase di colatura della marmorina, si deve procedere per passi successivi, miscelando marmorina, acqua e colla vinilica in quantità limitate, assicurandosi che l’impasto riempia tutte le zone della vasca, in particolar modo quelle sotto la base circolare della gru.

A colatura completata e durante la fase di asciugatura, si deve realizzare la testurizzazione della superficie della banchina e l’incisione dei mattoni sulle pareti laterali.

L’incisione dei mattoni è stata realizzata a mano libera usando un punteruolo e seguendo la traccia realizzata a matita. Questo modo di procedere ha permesso di ottenere una profilatura irregolare e più realistica.

La Mig Productions realizza una gru per scenari europei ferroviari o portuali. Il kit è interamente realizzato in resina di ottima qualità. Per aumentare il realismo, è stato necessario solo intervenire su alcune bullonature utilizzando i rivetti ed i bulloni della Scale Hardware.

Le botti, in resina e di varia provenienza (Custom Dioramics, ...), sono sistemate in ordine sparso sulla banchina. Sono state dipinte con colori acrilici Tamiya, trattate con lavaggi ad olio molto scuri e dry-brush con smalti Humbrol. Infine, le fascie metalliche sono state trattate con pigmenti Mig Production (Old Rust). Per la botte in primo piano, è stata ricostruita la chiusura superiore con listelli di legno opportunamente sagomati, in quanto il kit di origine la forniva priva di copertura.

Le tre botti in secondo piano sono state ricoperte con un telo.

La banchina è stata dipinta in modo analogo a quanto fatto per l’edificio.

Per quanto riguarda la gru, sono stati riprodotti effetti di usura abbastanza accentuati facendo ricorso a colori ad olio e pigmenti.

 

 

 

Locomotiva

Il modello prodotto dalla CMK, in resina e fotoincisioni, permette di realizzare un modello molto fedele all’originale. Il livello dei dettagli è elevato, anche se è stato necessario autocostruire per intero la cabina per renderla più realistica.

La costruzione comincia dal telaio. L’asse associato alla biella (il secondo da destra) è stato sostituito con un listello in legno a sezione circolare, in quanto il corrispondente pezzo in resina era troppo corto. In generale, l’assemblaggio è abbastanza agevole, anche se bisogna prestare attenzione alla pulizia dei pezzi in resina.

La parte bassa della locomotiva (telaio, ruote e biellismo, impianto frenante) è stata dipinta cominciando con una mano di Tamiya XF-69 NATO Black, seguita da una mano non coprente di un mix di Tamiya XF-69 NATO Black (30%) e Tamiya XF-52 Flat Earth (70%).

Prima di procedere con le successive fasi di pitturazione, la parte inferiore della locomotiva è stata completata con i pezzi in resina e fotoincisione forniti dalla CMK (scalette, serbatoi) e con alcuni particolari autocostruiti (cinghie di fissaggio dei serbatoi, tubi lancia sabbia, tappi di lubrificazione degli elementi del biellismo). Dopo il montaggio di tutti i particolari, si dovrà procedere all’applicazione di una nuova mano di NATO Black (soprattutto sui nuovi pezzi e su quelli che sono stati danneggiati durante le ultime fasi di montaggio) e di mix tra NATO Black e Flat Earth.

I sistemi di aggancio anteriore e posteriore non sono riprodotti perfettamente ed a pulizia terminata non risultano completamente convincenti. Per questa ragione, sono stati sostituiti con i corrispettivi sistemi di aggancio in plastica prelevati dalla scatola di un pianale ferroviario della Dragon. Anche altri particolari sono stati sostituiti per ottenere un risultato più realistico.

L’assemblaggio della griglia del radiatore richiede una certa attenzione, visto che le 15 aste che la compongo devono essere montate realizzando preventivamente i relativi fori di alloggiamento da 1 mm di diametro. Prima del montaggio del cofano, è necessario dipingere e montare sul pianale il radiatore. Successivamente, si procede all’incollaggio del cofano sul pianale. Il cofano è stato definitivamente chiuso montando le 10 griglie laterali. Il cofano ed il telaio sono stati completati con i dettagli forniti dal kit, recuperati da set di fotoincisione, oppure autocostruiti.

Per riassumere, ecco la lista degli interventi che sono stati necessari:

·        Autocostruzione integrale della cabina (questa fase è descritta di seguito).

·        Montaggio delle cerniere e delle maniglie dei portelloni di accesso al motore (sulla parte superiore del cofano).

·        Cavi dei fari.

·        Maniglie delle griglie laterali.

·        Cinghie e relativi bulloni per i serbatoi anteriori.

·        Tubi lanciasabbia.

La cabina è stata interamente auto-costruita in plasticard, essendo quella in resina un unico blocco con spessori esagerati ed aperture (finestrini e porte di accesso) riprodotte in posizione chiusa. Le 4 pareti e la copertura sono state ottenute da fogli di plasticard da 0.75 mm, 0.5 mm e 0.25 mm. Le pareti laterali sono state scomposte e risultano dalla sovrapposizione di pezzi con spessore da 0.50 mm e 0.25 mm per permettere un alloggiamento pulito dei trasparenti.

L’interno della cabina è stato dettagliato e migliorato. Dopo il montaggio del banco comandi (spostato verso destra), è stato rifatto il pavimento in legno. Allo scopo, sono stati utilizzati listelli in legno opportunamente sagomati. Prima di procedere con il lavoro di dettaglio e miglioramento, sono state fatte varie prove a secco per il posizionamento delle nuove pareti della cabina, soprattutto per verificarne la compatibilità con le assi in legno del pavimento.

Una volta fissata definitivamente la parte anteriore della cabina, è cominciata l’opera di dettaglio. Sostanzialmente è stato necessario aggiungere bulloni e cablaggi, ed un paio di pannelli sotto il quadro comandi.

La pitturazione della parte interna della cabina è cominciata con una mano di NATO Black della Tamiya. Su tutte le pareti è stata applicata una mano (non totalmente coprente) di White della Tamiya. L’usura è stata riprodotta tramite lavaggi globali e localizzati (Raw Umber e Black della Windsor & Newton). Sul pannello a destra si è anche cominciato a riprodurre qualche leggera scrostatura, ottenuta semplicemente raschiando il bianco e facendo riemergere il fondo scuro.

La parete posteriore della cabina è stata corredata con i pezzi forniti dal kit CMK (fanali, passamano, pedana).

La copertura della cabina è stata realizzata con plasticard da 0.5 mm.

La pitturazione della locomotiva è stata organizzata come riportato di seguito.

Pianificazione – Prima di cominciare la fase di pitturazione vera e propria, è necessario decidere la livrea da realizzare ed identificare tutte le parti della locomotiva che si prestano alla creazione di variazioni cromatiche.

Alcune WR 360 C 14 del periodo bellico erano caratterizzate da una mimetica a due toni, applicata sul cofano motore e sulle pareti verticali della cabina. La copertura della cabina era solitamente color alluminio. Infine, tutta la zona del telaio era caratterizzata da un colore scuro (il più caratteristico colore rosso sarà adattato nel dopoguerra).

Una volta decise le caratteristiche cromatiche delle zone più ampie, devono essere identificate quelle delle zone più piccole, sulla base di aspetti quali: le condizioni operative, le zone calpestabili e soggette a manutenzione. L’esame delle foto storiche ha portato alla identificazione dei seguenti interventi:

  • Serbatoi (lati destro e sinistro del telaio, zona anteriore): effetto ruggine.

  • Scalette di accesso (lati destro e sinistro del telaio, zone anteriore e posteriore): toni terrosi ed effetto metallo.

  • Ruote: effetto metallo sulle parti a contatto con le rotaie.

  • Zone dei ganci e respingenti: effetto ruggine, bande bianche di ingombro (sul telaio e sui respingenti.

  • Griglia del radiatore: effetto ruggine.

  • Zona posteriore della cabina: effetto ruggine sulla parte inferiore della pedana (rappresentata in posizione chiusa).

  • Zone laterali del cofano motore: usura marcata delle griglie laterali, soprattutto su quelle in corrispondenza del motore.

  • Zona superiore del cofano motore: usura marcata in corrispondenza dei portelli di accesso al motore.

  • Maniglie e passamano: effetto metallo.

Priming – La pitturazione della WR 360 C 14 comincia con una mano coprente di Tamiya Panzer Grey (XF-63) applicata ad aerografo. In questo caso, il colore viene diluito al 50% utilizzando il diluente specifico.

Base (telaio) – Tutta la parte inferiore della locomotiva è stata dipinta con Tamiya NATO Black (XF-69) diluito al 50% ed applicato ad aerografo. Le zone del telaio sui quali dovrà essere riprodotto l’effetto ruggine, è stata applicata una base di Tamiya Flat Brown (XF-10) diluito al 70% ed applicato ad aerografo.

Base (cofano motore, cabina) – Per la riproduzione della mimetica a due toni si è procede con l’applicazione di un fondo con Hobby Color Dark Yellow (H-403), diluito al 60% ed applicato ad aerografo in modo da non coprire totalmente la base scura (soprattutto in corrispondenza dei recessi). Dopo l’asciugatura, si riproducono le zone in verde con Hobby Color Olive Green (H-405). Successivamente, i due colori di base sono stati schiariti con Tamiya Flat Yellow (XF-3), diluiti al 70% ed applicati ad aerografo sulle rispettive zone per creare variazioni di colore e cominciare a riprodurre l’effetto di usura della vernice.

Base (copertura cabina) – La copertura della cabina è stata dipinta utilizzando il Model Master Aluminium con un pennello piatto.

Filtri – Una serie di filtri è stata applicata all’intero modello, ottenuti utilizzando diluente della Mig Production e combinazioni dei seguenti colori ad olio della Windsor & Newton: Raw Umber, Burnt Umber, Ivory Black.

Lavaggi – Dopo l’applicazione dell’ultimo filtro, e prima della completa asciugatura, sono stati applicati vari lavaggi selettivi per mettere in evidenza tutti i particolari in rilievo (griglie laterali, bulloni, sportelli, etc.). I lavaggi sono stati ottenuti utilizzando gli stessi colori ad olio dei filtri, ma variando il rapporto colore/diluente.

Dry-brush – Il dry-brush, effettuato dopo la completa asciugatura di filtri e lavaggi, ha interessato tutti gli spigoli ed i particolari in rilievo ed è stato applicato con un pennello piatto; sono stati utilizzati vari mix dei colori ad olio Titanium White e Yellow Ochre della Windsor & Newton.

Scalfiture – Le scalfiture sono state riprodotte con un pennello a punta fine ed il colore ad olio Burnt Umber della Windsor & Newton. Le zone interessate sono state quelle che, plausibilmente, potevano essere più soggette ad usura (spigoli delle griglie, bulloni, portelli di accesso alla zona motore, etc.).

Usura ed Altri Effetti – I pigmenti (Mig Productions e Ferrario) sono stati utilizzati per riprodurre effetti di usura, ruggine, calpestio e sono stati applicati a pennello, utilizzando un paio di tecniche differenti.

La prima, quella classica, ha permesso di variare i toni di colore di aree più o meno grandi, semplicemente sporcando il pennello con il pigmento e strofinando sulla zona fino ad ottenere il risultato desiderato (è sempre meglio procedere con quantità di pigmento piccolissime, per controllare il processo).

La seconda tecnica di applicazione dei pigmenti ha interessato essenzialmente piccole zone orizzontali (parte superiore del cofano motore, passatoi laterali) e permette di usurare in maniera irregolare aree molto limitate. Si procede come segue:

(a) Si ‘sporca’ un pennello di media grandezza con il pigmento.

(b) Senza toccare la superficie con il pennello, si fa cadere il pigmento in quantità variabili a seconda del grado di usura che si vuole ottenere. L’operazione deve essere ripetuta con almeno un paio di tonalità differenti di pigmento. Al termine di questa fase, sulla superficie da usurare devono essere presenti piccoli grumi di pigmento, distribuiti in maniera più o meno casuale.

(c) Con un pennello a punta finissima si procede a fissare parte del pigmento alla superficie. L’operazione deve essere fatta in maniera irregolare e senza necessariamente intervenire su tutto il pigmento depositato. Inoltre, la punta del pennello deve semplicemente premere (leggermente) sul pigmento e non stirarlo sulla superficie.

(d) Tutto il pigmento non fissato alla superficie deve essere rimosso (soffiando).

(e) Con un pennello molto morbido si deve stendere (in varie direzioni) il pigmento residuo. L’effetto ottenuto dipende dall’ampiezza dei tratti percorsi.

Finiture Metalliche – Per ottenere la finitura metallica di piccoli particolari soggetti a strofinio (maniglie, passamano, alcuni spigoli, etc.), è stato usato il pigmento metallico #01 della Ferrario.

 

 

 

 

Bibliografia

A. Knipping, R. Schulz, Eisenbahnen zwischen Ostfront und Atlantikwall (1939-1945), Trans Press.

M. Reimer, Lokomotiven für die Ostfront, GeraMond.

A. Knipping, R. Schulz, Reichsbahn hinter der Ostfront (1941-1944), Trans Press.

J. Piekalkiewicz, Die Deutsche Reichsbahn im Zweiten Weltkrieg, Trans Press.

A. B. Gottwaldt, Deutsche Kriegslokomotiven 1939 bis 1945, Trans Press.

S. Lauscher, Die Diesellokomotiven der Wermacht, EK-Verlag.

www.epoche2.de. Sito tedesco dedicato alle ferrovie durante la Seconda Guerra Mondiale.

www.lostareas.de. Sito tedesco con decine di foto di siti industriali abbandonati.

 

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